
Cinisello ricorda il 4 Novembre: il monito ANPI contro la retorica di guerra
Martedì 4 novembre 2025 l’Italia celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, che quest’anno coincide con il 110° anniversario dell’entrata in guerra del nostro Paese nel primo conflitto mondiale. Un’occasione di memoria collettiva che l’ANPI di Cinisello Balsamo ha voluto accompagnare con una riflessione sul significato della guerra e sulle intitolazioni che ancora oggi richiamano figure controverse della nostra storia.
In un momento in cui in città si discute molto di intitolazioni e cambi di nome – come quello recente del Palazzetto dello Sport, che ha suscitato ampio dibattito – l’associazione partigiana ha scelto di ricordare un caso emblematico: quello del generale Luigi Cadorna, a cui furono dedicate una scuola e una via cittadina.
Cadorna, comandante supremo dell’esercito italiano nella Prima guerra mondiale, è ricordato come uno dei principali responsabili della disastrosa sconfitta di Caporetto. Nonostante ciò, nel 1924 Mussolini lo nominò Maresciallo d’Italia, decisione accolta con sdegno da molti reduci, ma che aprì la strada a diverse intitolazioni in suo onore, anche a Cinisello.
L’ANPI ricorda come il conflitto 1915-1918 costò all’Italia oltre 650 mila morti e più di un milione di feriti e mutilati, una vera e propria “carneficina” che ebbe tra le sue cause anche le scelte dei vertici militari. Cadorna è tristemente noto per gli assalti frontali alle trincee nemiche, ordinati con logiche che oggi appaiono disumane: “Basta mandare all’assalto più uomini di quanti possa ucciderne una mitragliatrice, e qualcuno arriverà alla mitragliatrice”, scriveva nelle sue direttive.
Non meno crudele fu la pratica della decimazione, applicata solo dall’esercito italiano, con la quale venivano fucilati soldati sorteggiati tra i presunti responsabili di atti di disobbedienza o codardia. Le stime ufficiali parlano di circa un migliaio di esecuzioni, ma il numero reale sarebbe molto più alto.
E ancora: circa 100 mila prigionieri italiani morirono nei campi nemici, abbandonati a se stessi per punire chi aveva scelto la resa.
“Oggi – sottolinea l’ANPI – non possiamo dimenticare che a Cadorna, simbolo di un modo di concepire la guerra fondato sulla crudeltà e sul disprezzo per la vita dei soldati, furono intitolate vie e scuole. Al contrario, la nostra città ha saputo cambiare direzione: al posto della scuola Cadorna oggi sorge la scuola Pertini, dedicata a un uomo che ha lottato per la libertà e per la democrazia”.
Sandro Pertini, ricordano i partigiani, fu non solo un Presidente della Repubblica amatissimo, ma anche un protagonista della Resistenza e della Costituente. “È a lui – conclude l’ANPI – e ai valori della nostra Costituzione, che all’articolo 11 afferma che l’Italia ripudia la guerra, che dobbiamo guardare in questi tempi difficili”.
Un messaggio che suona quanto mai attuale: mentre in Europa si parla di riarmo, negli Stati Uniti di test nucleari, e guerre come quelle in Ucraina e a Gaza continuano a mietere vittime, la memoria del passato deve restare un argine contro ogni deriva bellica.



Un commento
Concordo con l’ articolo e con L’ANTIBIOTICO.