
Salvador Allende e l’ennesima aggressione alla memoria civile
Di Jurij Bardini
Eccola di nuovo: l’orda nera che governa Cinisello Balsamo ci sottopone all’ennesima disgustosa operazione di aggressione alla memoria civile. Prima hanno intitolato un giardino all’estremista leghista della prima ora Gianfranco Miglio e poi una piazza a Sergio Ramelli, figura-ariete del revisionismo storico sugli anni Settanta sotto la regia della destra istituzionale e di quella dichiaratamente fascista.
E ora, di nuovo, non paghi di queste squallide operazioni di appropriazione della geografia e dell’identità cittadine, preparano forse l’operazione più odiosa di tutte, per la sua infima vigliaccheria. Nell’ordine del giorno di un consiglio comunale qualsiasi, hanno inserito una nuova intitolazione per il Palazzetto dello Sport di Cinisello Balsamo. Il Palazzetto non sarà più dedicato alla memoria di Salvador Allende, presidente del Cile che difese con la sua stessa vita la democrazia di fronte al colpo di stato del generale Pinochet, ma sarà invece intitolato all’imprenditore della moda Giorgio Armani.
Nulla si sa di come questa maggioranza intenda gestire la sovrapposizione. Ma non ci sorprenderebbe sapere che non verrà gestita altrimenti se non con un rozzo tratto di penna: fuori Allende e dentro Armani, come se bastasse un semplice ordine del giorno per rinunciare a ricordare un martire universale della democrazia in favore di una persona che ha tutt’altro curriculum. E intendiamoci, non è nostro compito stabilire classifiche di merito o emettere patenti di legittimità ma, se la nostra città deve ispirarsi innanzitutto a modelli di successo nel campo imprenditoriale prima che a modelli di altissima statura politica, umana e morale, beh, vorremmo che questa decisione trovasse una cornice più ampia che non una seduta del consiglio comunale.
Ecco la striminzita motivazione con cui un consigliere di Fratelli d’Italia chiede al consiglio di cancellare la memoria pubblica di un gigante del Novecento: “Intitolazione del Palazzetto dello Sport a Giorgio Armani, in riconoscimento della sua straordinaria qualità di imprenditore della moda, del suo legame con il territorio e del suo significativo impegno e contributo al mondo dello sport”.
Solo chi guarda alla storia del Novecento con un approccio profondamente ideologizzato non riconosce il valore di una figura come Allende, che decise di restare nel palazzo presidenziale sotto i bombardamenti degli aerei golpisti e volle spendere gli ultimi istanti della sua vita per lanciare un messaggio alla nazione: “La storia è nostra, e la fanno i popoli”. È evidente che i fondatori delle ideologie tanto care ai nostri amministratori non hanno mai dato prova di un tale valore umano: quando hanno capito che la battaglia era persa, si sono nascosti, hanno tentato di fuggire, hanno tradito la loro patria e i loro camerati per morire o essere uccisi da miserabili fuggiaschi.
È per questo che spetta a noi, in questa tenebra, mantenere viva la memoria di una persona che ha provato a costruire un mondo più giusto, allargando progressivamente la giustizia sociale nel Cile dei primi anni Settanta e quindi, proprio per questo, vittima di un feroce colpo di stato appoggiato anche dagli Stati Uniti.
Ora come allora… “Allende, Allende, el pueblo te defiende!”.

