
Salvini e la pacca sulle spalle al Nord Milano. Ma chi paga 589 milioni per M5?
Come quelle partite di calcio in cui si esprime un gioco anche pregevole al centro del campo, con squisita capacità di palleggio ma alla fine nessuno fa gol. E’ proprio l’impressione che esce dall’attesa giornata di ieri, in cui il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha convocato a Roma i sindaci dei comuni interessati al prolungamento delle linee 1 e 5 della metropolitana da Milano a Monza e i vertici di Regione Lombardia.
Alla fine della riunione pare escano tutti soddisfatti, in un clima disteso. Il lungo comunicato congiunto dei sindaci leghisti di Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni, entrambe sodali di Salvini, annuncia che il dado è tratto e che noi, critici e dubbiosi, dobbiamo stare sereni una volta per tutte perché la metropolitana si farà. Di certo ci sono i 20 milioni di euro che il ministero metterà sul cantiere già in essere per prolungare la rossa da Sesto a Monza-Bettola, che sarà la fermata di interscambio con la Lilla che attraverserà Cinisello arrivando da viale Fulvio Testi.
Ma leggendo e rileggendo la nota entusiastica di Giacomo Ghilardi e Roberto Di Stefano ci si accorge (e si rimane increduli) manca l’elemento essenziale, i giornalisti direbbero “manca la notizia”. Ovvero manca qualsiasi riferimento a quei 589 milioni di euro di extracosti che servono per completare il progetto della M5, con le quattro fermate che passano da Cinisello. Il comunicato dice soltanto che il ministro Salvini ha garantito che ci saranno tutte le 11 fermate.
Benissimo, diciamo noi. E tuttavia non spiegano manco per nulla chi, come e quando ci metterà i 589 milioni. Circolano solo fonti di palazzo per cui la questione è al vaglio di non ben precisate manovre di bilancio. Quindi c’è da supporre che sarà il governo a provvedere. A meno che l’esecutivo non decida di ripartire le quote tra governo, regione e comuni anche per gli extracosti. E allora sarebbe un bel guaio per le casse cinisellesi, sestesi, monzesi e milanesi.
La questione è seria e meriterebbe maggiore sobrietà da parte dei protagonisti della vicenda. Le domande a cui non è stata data risposta sono molte e determinanti. Eppure dopo cotanto di vertice si naviga ancora nell’incertezza, i sindaci leghisti esultano, ringraziano il loro leader ma a noi, osservatori forse impazienti, continuano a ronzare in testa gli interrogativi a cui prima o poi forse qualcuno darà risposta.
A bocce semi ferme, ci ha pensato il sindaco di Milano, Beppe Sala, a riportare a galla la questione con un commento che lascia poco spazio all’interpretazione e ci fa capire quanto, annunci a parte, si sia ancora lontani dalla definizione della questione. “Per sostenere la realizzazione completa dell’opera ho presentato un emendamento al Decreto Infrastrutture per chiedere il finanziamento integrale del prolungamento della linea metropolitana: è un passo importante per garantire tempi certi e risorse adeguate”, dice Sala, confermando che di certo non c’è proprio nulla.
Speriamo che questo richiamo alla realtà, dove non c’è ombra di polemica politica ma di sano realismo e di volontà di andare uniti alla meta, possa in qualche modo svegliare il ministro e i suoi fedeli sindaci dal torpore del chiacchiera, che somiglia tanto un gioco lezioso a metà campo, dove nessuno ha intenzione di provare per davvero a segnale un gol.