16 Maggio 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Bobby McFerrin, uno straordinario musicista raccontato da Valentina Voto

A qualcuno sarà capitato di venire a conoscenza di un musicista attraverso un celebre successo pop o una particolare performance e di scoprire poi che questo artista, in realtà, sa fare molto e molto di più. Bobby McFerrin e il gioco libero della voce (Mimesis, 2024) è un libro uscito lo scorso autunno firmato da Valentina Voto, ricercatrice, musicoterapeuta e cantante della nostra città, che ha ampliato la sua tesi di laurea magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo, realizzando il primo volume monografico in assoluto sul poliedrico musicista newyorkese, diventato famoso a livello planetario, per intenderci, con il singolo del 1988 Don’t Worry, Be Happy.

Valentina ha conseguito anche un diploma in Musicoterapia presso il Centro di Ricerca Arpamagica di Milano e durante alcune lezioni ha scoperto in maniera più significativa questa figura attraverso il circlesinging. Il “canto in cerchio”, così si potrebbe tradurre, è una pratica musicale, basata sull’improvvisazione e sull’estemporaneità, in cui un coro di persone si dispone in cerchio, appunto, intorno a un direttore che, una dopo l’altra, intona le parti vocali che devono essere riprodotte dai partecipanti. A partire da questa esperienza l’autrice ha intrapreso un’indagine approfondita e una ricerca bibliografica meticolosa sull’artista (nato nel 1950 e ancora in vita) attraverso decine e decine di saggi, articoli, siti web e video. Ne è scaturito un lavoro editoriale davvero notevole che descrive innanzitutto la formazione, le collaborazioni e i successi di un personaggio eclettico che ha viaggiato attraverso il jazz, la popular music, la musica classica, la world music e molto altro ancora. Particolarmente interessante (ed è questo il cuore pulsante della pubblicazione) l’analisi dei tre fils rouges che caratterizzano la genialità di McFerrin: la voce, il gioco e l’improvvisazione.

L’incontro di figure tra loro musicalmente distanti e di generi apparentemente lontani, che possono invece convivere in un luogo ideale, in cui le diversità si ammirano reciprocamente, e il concetto di improvvisazione come metafora di vita, cioè il coraggio di fare passi in avanti, come la successione di una nota dopo l’altra: ecco, per esempio, alcune riflessioni che emergono dalla lettura di questo volume, che non si rivolge solo a un pubblico appassionato della materia ma anche a tutti coloro che sono curiosi e aperti ad apprezzare la ricchezza delle differenze e delle novità.

Emanuele Lavizzari

Dopo un titolo accademico in Lingue e Letterature Straniere ha lavorato in ambito turistico-alberghiero tra Spagna e Italia e nel settore della tecnologia in Germania. In seguito a un master universitario in ideazione e produzione audiovisiva approda al giornalismo. Ha collaborato con alcune testate locali in Lombardia, prima di giungere all’Associazione Italiana Sommelier Editore, dove attualmente è responsabile del coordinamento redazionale e direttore editoriale della rivista “Vitae”. Ama l’impressionismo musicale, la poesia simbolista e le contaminazioni fra generi nella musica e nella letteratura. Passa agevolmente da una tastiera di pc a quella di un pianoforte, anche se tra i due preferisce decisamente il secondo. Questo è il motivo per cui si è dedicato a ulteriori studi e ha conseguito una laurea magistrale in Scienze della Musica con una tesi sul compositore spagnolo Manuel de Falla. Suoi grandi interessi sono anche l’atletica leggera e la televisione. Ha corso tanti chilometri in pista, su strada e su percorsi campestri e non si è ancora stancato di farlo.

Articolo precedente

Civici a confronto coi cittadini: “Cinisello da raccontare”

Articolo successivo

Forza Nuova ci prova a Cormano. All’incontro no-vax anche Roberto Fiore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *