22 Maggio 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

“Sia servo di tutti”. L’arcivescovo Delpini prega per il nuovo papa

di Andrea Ciaramella

Stamani, poco dopo la prima celebrazione eucaristica presieduta dal neo eletto papa Leone XIV all’altare della Cappella Sistina, assieme al collegio cardinalizio che ieri pomeriggio lo ha eletto alla quarta votazione del conclave, secondo cui da fonti vaticane su altre testate risultasse dapprima in testa il cardinale Parolin con 49 preferenze e 38 – al terzo posto, dietro il cardinale Pizzaballa – l’allora cardinale Prevost.

Poi, nel pomeriggio, la convergenza di voti e il cambio della linea di pensiero della Chiesa: più incentrata sulla dottrina della fede e l’evangelizzazione, come testimonia la sua prima omelia. Sereno, visibilmente ancora emozionato, parla ai cardinali confratelli dapprima in inglese, salutando ognuno, poi in italiano: spiega la scelta di Cristo nel chiamare Pietro quale apostolo capo, in pieno tempo pasquale, nonostante l’abbia rinnegato e tradito nella notte della passione – brano giovanneo, letto nella proclamazione solenne del Vangelo dal diacono, e continua nella sua omelia, papa Leone – definendo i tempi della società pronti per una nuova educazione alla fede, a ritrovarsi.

Una riflessione teologica e filosofica incentrata sulla direzione che prenderà il suo pontificato: più vicino a Benedetto XVI che al suo predecessore Francesco, riprende infatti l’uso della ferula arrecante l’agnello pasquale e il Buon Pastore (tradizionale pastorale pontificio con l’insegna e il motto papale – In Illo, uno unum – tradotto, “in Lui [in Cristo] siamo uno in unico), la veste liturgica bianco impreziosita dall’oro, l’uso della mantellina papale – abbandonata da Francesco, che si presentò senza – e infine, uscendo, qualche saluto ai fedeli per poi prendere parte ai primi impegni urgenti, nell’anno santo, e la visita a Santa Maria Maggiore per rendere omaggio ai cardinali. Tra i presenti anche una commissione diocesana di Milano, guidata dall’arcivescovo mons. Mario Delpini, che proprio sull’elezione di Papa Leone XIV ha rilasciato un comunicato stampa: “Nello spavento dell’annunciazione si manifesta la grazia di Dio. La Chiesa ambrosiana prega e ama il Papa e in questo momento trepido dell’inizio io credo che si verifichi la grazia della annunciazione.

La parola di Gesù invita i discepoli: «Ecco, io vi dico, alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura». Parole di incoraggiamento, di sostegno e di vicinanza, a un cardinale che mons. Delpini conosce bene negli uffici della Curia, e da cui è stato eletto vescovo di Milano, successore al cardinale Scola che si pensasse potesse correre al soglio petrino e invece fu eletto Bergoglio. L’ha definito: “riservato, cortese, affabile” il nostro arcivescovo, e con le parole dell’evangelista Giovanni, anche lui traccia lo stesso sentiero di papa Leone XIV, un tempo per ritornare a raccogliere i frutti, forse, dell’operato di papa Francesco.

“Sa che deve essere servo di tutti” – dice Delpini – riferendosi al motto scelto da papa Leone XIV: il Papa, quale vicario di Cristo, non pensi agli interessi politici, esorta, ma al bene del mondo, all’amore di Dio, alla giustizia e alla pace, così proclamata nel suo discorso di presentazione. Anche il suo vicario generale, mons. Franco Agnesi, interviene: “Quanta eco di papa Francesco nell’invito a camminare insieme nella sinodalità, a costruire ponti e luoghi di pace”, commentando così l’elezione. Un invito universale – non solo dalle istituzioni ecclesiali, prima la CEI, e le conferenze episcopali dei vescovi regionali, tra cui quella lombarda – ma anche dal mondo laico, dalle parti civili e dalle guide politiche, dai partiti, dai leader del mondo, che auspicano che l’eredità di Francesco non vada persa, ma anzi come ha detto papa Leone “mano nella mano”, si possa camminare insieme: ora lo aspettano le prime sfide che Bergoglio ha lasciato aperte, le celebrazioni giubilari, risanare i conti della Chiesa e le prime cariche, oltre alla sua celebrazione di inizio ministero, con le delegazioni del mondo, ancora una volta, riunite in quella Basilica che ha salutato papa Francesco e chissà, che proprio da qui non possa partire la pace e il dialogo, che tanto serve al mondo.

Redazione "La Città"

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