
L’eredità di Zucca per Cinisello. Politico, storico e rigoroso antifascista
Quattro anni fa, il 10 aprile del 2021, veniva a mancare Emilio Zucca, una persona di grande cultura e signorilità, un importante protagonista della storia cittadina. Membro per lunghi anni della Federazione Milanese del Partito Comunista nel periodo difficilissimo del terrorismo eversivo, fu sindaco di Desio dal 1987 al 1990, presidente del Consiglio comunale di Cinisello Balsamo dal 1999 al 2004 e consigliere comunale dal 2004 al 2009. In qualità di presidente del Consiglio comunale aveva promosso e appoggiato molte iniziative rivolte ai giovani sulla Resistenza, la deportazione e lo studio della Costituzione. Fu impegnato a lungo nel movimento cooperativo. Iscritto da sempre all’ANPI, fu membro del Comitato di Sezione di Cinisello Balsamo, in qualità di vicepresidente, nonché membro di ANPI Provinciale.
Fu studioso di storia, in particolare del Novecento, e del pensiero di Piero Calamandrei. Il 14 novembre 2015, nell’ambito delle iniziative promosse dall’Amministrazione comunale di Cinisello Balsamo in occasione del centenario della Grande Guerra, fu organizzato un evento dal titolo Dal maggio radioso del 1915 alla elaborazione del lutto. Il giovane Piero Calamandrei tra motivazioni irredentiste ed esperienza del disincanto nella Grande Guerra, al quale intervenne la nipote Silvia Calamandrei. Emilio Zucca fu coordinatore sapiente e appassionato di quell’incontro. Dopo la sua scomparsa, così lo ricordava Silvia Calamandrei su Facebook: “Una terribile notizia: Emilio aveva creato il gruppo Amici del pensiero e dell’azione di Piero Calamandrei e mi è sempre stato vicino in tante iniziative a partire da Cinisello. Un grave lutto per tutti noi. Nell’archivio della Biblioteca Comunale e Archivio Storico Piero Calamandrei di Montepulciano conserviamo sue lettere che scrisse ad Ada Cocci (moglie di P. Calamandrei) per informarla delle attività a Milano ispirate a Calamandrei e per chiederle, nel 1968, della documentazione, in particolare una foto di Piero per un circolo che stava fondando a Milano”. L’impegno di lunga data di Emilio Zucca nell’approfondire il pensiero di Calamandrei è testimoniato da questa sua nota: “Ritorno dal mercatino antiquario di Bollate. Un freddo pungente, intenso, con i guanti da togliere spesso per sfogliare i libri. In ogni caso ne è valsa largamente la pena. Il mio libraio di bancarella siciliano è stato di parola: mi ha portato il libro sulle conferenze tenute da Calamandrei nel febbraio del 1952 a Città del Messico, alla Facoltà di Diritto dell’Università nazionale del Messico, Processo e democrazia […]. Ma non solo, mi ha portato anche tre volumetti di un suo conterraneo, il professor Michele Stupia, che senza pensarci un attimo ho acquistato […]. Due riguardano proprio Calamandrei: Un uomo e una rivista tra i fermenti del dopoguerra. Storia de Il Ponte di Piero Calamandrei (1945/1956) e Puerili esercitazioni. Materiali ed interrogativi per una storia de Il Ponte dopo Calamandrei (1956/1962). Il terzo volumetto riguarda Gaetano Salvemini. Tutti e tre sono editi da una piccola casa editrice anarchica siciliana […]. Anche gli anarchici li considerano senz’altro Maestri di Libertà, evidentemente!”.
Per ricordare Emilio Zucca, scrissero anche Ivano Bison, giornalista de La Città, e Roberto Cenati, già presidente ANPI Provinciale di Milano. Bison: “Egli ha assolto (e non in modo marginale) anche un grande compito, da un punto di vista storico e culturale, ricostruendo le vicende politiche, le lotte e le iniziative condotte e portate a compimento dalle amministrazioni cinisellesi succedutesi dopo la Liberazione. Il nostro giornale ha ospitato, per lungo tempo, le sue intense pagine ricche di situazioni e perspicaci riflessioni. È stato animatore e puntiglioso analista nel conservare i ricordi della Resistenza. Emilio ha lavorato e bene nel movimento cooperativo, assolvendo ad un importante incarico nel rapporto con quel composito universo formato dai soci. Sempre pronto a schierarsi in prima persona, vivace nel partecipare ai dibattiti, ha vissuto, condividendolo con tanti altri, il travaglio che ha caratterizzato negli ultimi anni le difficoltà delle forze progressiste, presenti nel Paese e nella nostra città”. Cenati: “Ho conosciuto e apprezzato Emilio, per la sua competenza, per la sua passione e per le sue approfondite analisi di carattere storico e sociale nei diversi incontri a cui ho partecipato, organizzati dalla Sezione ANPI di Cinisello Balsamo”.
Zucca aveva raccontato alcuni passaggi importanti del percorso di rinascita democratica della nostra città dopo gli anni del fascismo e della guerra, ricostruendo le vicende politiche, le lotte e le iniziative condotte e portate a compimento dalle Amministrazioni comunali succedutesi dopo la Liberazione. Collaborò con il nostro giornale, dove pubblicò numerosi articoli ricchi di riflessioni e approfondimenti storici. Nel 2003 terminò di scrivere Cinisello Balsamo 1945/1961. Dalla Liberazione alla nuova identità cittadina, una ricerca su un periodo poco approfondito della nostra storia. Nell’introduzione si legge: “Questo libro consiste nella rielaborazione di una quarantina di articoli sulla storia politica e amministrativa cittadina del secondo dopoguerra, da me pubblicati su La Città tra il ‘96 e il ’99, con un insieme di testimonianze di protagonisti della vita pubblica, raccolte a partire dai primi anni Novanta, e di ricerche da me effettuate. L’ambizione è quella di contribuire a far crescere una più diffusa consapevolezza del graduale formarsi di un’identità civica originale, frutto di una storia di lavoro, di battaglie politiche e sociali, di crescita democratica di una città moderna e laboriosa, dove i valori dell’antifascismo, della cooperazione e della solidarietà ne hanno costituito il tessuto ideale e culturale”.
Emilio Zucca era un antifascista convinto, una convinzione basata su solidi e accurati studi. Mai come in questo complicato periodo la diffusione del suo prezioso lavoro di ricerca sarebbe utile e necessaria per approfondire le radici democratiche della nostra comunità. Il mio auspicio è che la sua ricerca venga pubblicata in quanto sarebbe un utile strumento di approfondimento per studenti, ricercatori di storia e per tutti i cittadini in generale.



