18 Aprile 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Sant’Eusebio, le associazioni avvertono: “Non bastano le telecamere”

Non possono essere solo telecamere e rimozione di qualche auto a cambiare il quartiere. Ad affermarlo sono le associazioni di residenti che partecipano al “Tavolo Sant’Eusebio” di Cinisello Balsamo, dopo qualche giorno dalle ultime dichiarazioni del sindaco Giacomo Ghilardi sulle misure securitarie annunciate dalla sua amministrazione. Le associazioni chiedono però un cambio di direzione che non sia solo improntata al controllo ma anche allo sviluppo di politiche socio-aggregative.

“Viviamo e operiamo nel quartiere Sant’Eusebio da tempo – si legge in una nota del “Tavolo” –  siamo quelli che si impegnano nelle Associazioni nate tra queste strade e che, tra le tante cose fatte, hanno stipulato i 7 patti di Bene Comune attivi in questo luogo che amiamo. Siamo quelli che hanno deciso di vivere accanto alle fragilità di un quartiere complesso e affaticato e alla sua gente. Una settimana fa, seduti intorno ad un tavolo al Centro Civico delle 5 Torri, ci siamo detti che non possiamo risolvere tutti problemi che abitano queste case, speriamo solo di dare loro voce e di offrire sostegno alle persone che li vivono. E allora eccoci qui”.

Poi la stoccata, rispettosa ma evidente, alla giunta in carica: “Difficile pensare che legalità e sicurezza possano affidarsi solo a qualche telecamera o alla rimozione di qualche auto. Il Protocollo stipulato tra pubblica amministrazione, Aler, Prefettura e forze dell’ordine afferma (e secondo noi a ragione)…..ovviamente, la tutela della legalità non potrà essere disgiunta da azioni volte ad intervenire sul degrado sociale ed edilizio del patrimonio Aler”..

Il Tavolo Sant’Eusebio riporta poi l’attenzione sulla dignità di 130 famiglie che quest’inverno sono rimaste al freddo per mesi a causa del malfunzionamento della caldaia (e ancora oggi diverse famiglie sono senza riscaldamento), o delle famiglie che hanno atteso sei mesi per la riparazione di un ascensore. I problemi abitativi e sociali irrisolti di queste case alimentano il degrado e l’illegalità: gli inquilini delle case Aler – stando alle molteplici segnalazioni –  vivono senza manutenzioni e senza pulizia con una presenza molto importante di topi.

“I giovani delle case Aler vivono una condizione di povertà culturale ed educativa e sono ogni giorno adescati dalla malavita; molti giovani di questo quartiere presentano specifiche fragilità sono in “cura” al CPS  per vivere alle case Aler bisogna essere un soggetto fragile. Dove sono i servizi alla persona? Quale prossimità alle famiglie vulnerabili? Il Consultorio andrebbe ripristinato insieme alla realizzazione di un presidio socio- sanitario prossimo alla comunità del quartiere”, si legge nel comunicato.

“Non possiamo accontentarci di interventi parziali e semplicistici incapaci di abbracciare la complessità della vita a Sant’Eusebio. Siamo convinti che senza giustizia sociale sarà difficile rendere sicure le nostre strade. Rinnoviamo quindi ancora una volta la nostra disponibilità ad un confronto con l’Amministrazione Pubblica (locale, metropolitana, regionale) nell’intento di individuare i bisogni sociali, sanitari, economici, ambientali urgenti e le possibili azioni di intervento in un’ottica di co-progettazione che tenga conto delle risorse umane e associative presenti sul territorio”, conclude la nota

Redazione "La Città"

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