2 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

La scomparsa delle diplomazie e la nostra testarda richiesta di pace

Lo scorso fine settimana abbiamo portato il nostro giornale per la strada. Ovvero siamo usciti dalla redazione e siamo stati per tre giorni nel giardino della Cooperativa l’Agricola per festeggiare la nostra stessa esistenza, nel modo in cui ci piace di più, con dibattiti, musica e buon cibo. Crediamo di aver fatto la cosa giusta e, al netto di qualche ora arretrata di sonno da recuperare, anche di essere stati utili, a modo nostro.

Ci siamo confrontati su alcune questioni che investono la città, come urbanistica, casa e parchi. Ma prima di tutto abbiamo voluto accogliere nei nostri stand le bandiere della pace e ospitare un gazebo di Emergency, di cui ringraziamo i volontari che ci hanno accompagnato in questi giorni. Lo abbiamo fatto per non permettere, prima di tutto a noi stessi, di scordarci nemmeno per un attimo che nel mondo ci sono le guerre. Che mietono vittime tra i civili come mai prima nella storia dell’umanità. Siamo tutti consapevoli che il peso della guerra oggi ricade quasi tutto sui civili e che non esistono bombardamenti mirati, chirurgici ed altre cazzate che gli stati maggiori degli eserciti provano a farci credere come vere. Cadono le bombe e chi le sgancia vuole deliberatamente infliggere pene e sofferenze atroci ai popoli, prima ancora che agli eserciti nemici. 

E’ la prima volta nella storia che chi è sul campo a combattere rischia meno di chi se ne sta a casa o nei campi profughi, sperando di non dover sfuggire ancora da qualche parte, prima che una scheggia di mortaio gli strappi una gamba, un occhio o la vita stessa. A fronte di questa ormai palese evidenza, assistiamo all’impotenza delle diplomazie, in cui non sembra credere più nessuno. Nel Medioriente come in Ucraina non esiste nemmeno più una parvenza di mediazione e le nazioni, purtroppo non solo quelle coinvolte dai conflitti, sembrano procedere verso uno stato di guerra totale, senza nemmeno più cercare soluzioni intermedie.

Accade per l’Ucraina, dove le ragioni di un Paese aggredito diventano le ragioni di tutto l’Occidente e alcuni Paesi europei, come Francia e Gran Bretagna, spingono per la guerra totale contro il nemico russo, piuttosto che cercare le seppur difficili condizioni di un cessate il fuoco e di un tavolo negoziale. Stessa cosa, in modi differenti, accade in Medioriente. Dove, ad un anno dai tremendi attacchi di Hamas contro i civili israeliani, il governo di Tel Aviv tiene aperti diversi fronti di guerra, continua a massacrare i civili di Gaza (più di 41mila morti) e ora attacca anche la missione Onu in Libano, fregandosene del diritto internazionale.

Certa stampa italiana ed europea sostiene che occorra il pugno di ferro contro gli islamici radicali e gli stati che li sostengono come Iran e Libano. Così come contro le manie imperiali di Putin. E la mediazione dove è finita? Due guerre mondiali e milioni di morti non hanno insegnato nulla? Spetta all’Europa, che pagò il prezzo più alto dei conflitti, ritrovare il senno, tornare ad essere forza politica di pace, di mediazione, fino all’ultimo dei suoi sforzi. Perché nelle guerre totali a perdere tutto saremo solo noi civili.

Fabrizio Vangelista

Giornalista, scrittore. Direttore de La Città

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