13 Dicembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Tagli ai centri estivi. La destra vittimista che nasconde la mano

di Jurij Bardini

La vicenda dei centri estivi è singolare. Vediamo un’amministrazione di destra tenere un atteggiamento ondivago, balbettante, quasi pietistico. Una volta hanno finito i fondi della pandemia. Gli dispiace tanto, ma proprio la mensa ai bimbi dei centri estivi non la possono pagare. Poi succede che i genitori raccolgono mille firme nel giro di tre settimane. Mille firme non sono esattamente poche in una città che ha poco più di settantamila abitanti. Fra l’altro, mille firme raccolte senza banchetti, bandiere, supporti di realtà organizzate.

Mille firma fatte di relazioni personali costruite negli anni, passaparola, coraggio di esporsi con amici, vicini di casa, conoscenti, altri genitori. E allora, di fronte alle mille firme ecco che dal cilindro esce un altro coniglio: è colpa delle giunte precedenti, è colpa del famigerato lodo gas, alibi che seve anche per giustificare la mancata potatura del verde cittadino. Ora, è molto chiaro che a seguirla sul suo terreno, questa destra, si esce matti. Ogni volta c’è una scusa diversa, ogni volta si mostra con l’atteggiamento disarmante di chi ti dice che proprio lui, poverino, ha fatto di tutto per aiutarti ma proprio non può.

Ma la domanda è: perché questa destra non se la intesta la scelta di fare aumentare il costo dei centri estivi? Ha senso farlo: da quando abbiamo questa amministrazione, ci siamo allontanati sempre più dal traino della metropoli che sta a tre chilometri da noi, in favore della sagra della carbonara, delle rotonde con gli stemmi del comune, dei cartelli che indicano i nomi delle corti storiche in dialetto. Leghismo e localismo anni Novanta, unito alla faccia cattiva del recente fasciopopulismo di impronta meloniana: faccia cattiva contro i negozi etnici, assunzioni di vigili in evidente sovrannumero, investimenti di milioni di euro in telecamere (ma non erano finiti i soldi?). 

Eppure, di fronte alla questione dei centri estivi questa boria, questa tracotanza, questo approccio “forti con i deboli” vacilla. Prevale la veste dell’agnellino ingannato dai rossi che hanno governato prima, oppure rimasto sprovvisto dei fondi per la pandemia. 

La speranza è che, dopo numerosi anni in cui grande parte di cittadinanza ha pensato che con questa amministrazione si potesse parlare, finalmente risulti chiara l’inconsistenza della classe dirigente locale. Milioni di euro per la propaganda, pochi spicci per la sostanza. E intanto mangiamo la carbonara in piazza.

Redazione "La Città"

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