26 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Il sindaco confuso e la troppa disinvoltura nel pronunciare la parola “odio”

A Cormano il sindaco di destra Luigi Magistro ha annullato le celebrazioni del 2 Giugno per evitare strumentalizzazioni politiche. Ne è seguito un mezzo putiferio. Domenica mattina sotto il comune si è ritrovata molta gente pacifica e un tantino perplessa: Cormano è l’unico comune d’Italia ad aver cancellato la celebrazione. E’ arrivata anche un troupe della Rai e la cosa è diventata di dominio pubblico. Forse meravigliato dalla mobilitazione – che è del tutto naturale se ti tolgono la Festa della Repubblica – il sindaco non la prende bene. Accende la telecamera e fa un video dove parla del clima di odio che lo assedia, creato dalla sinistra.

Nel suo mirino finisce anche l’ex sindaco Roberto Cornelli (non fa il nome ma si riferisce a lui) reo di aver istillato altro odio perché ha semplicemente chiesto che fossero rispettate le regole della campagna elettorale durante un volantinaggio al mercato il giorno prima, regole che il sindaco dovrebbe fare rispettare ed eventualmente rispettare lui stesso. Si intuisce che forse nella sua idea di politica, che estendo alla concezione che della politica ha la destra più in generale, colui che odia non è chi ti insulta o ti mette alla gogna social, ma chi reclama legalità. Odia chi chiama i vigili per interrompere la “festa” che stai facendo anche se fuori orario e senza permessi. Odia chi ci annoia con le regole. Odia chi, in pratica, i fatti suoi non se li fa.

E per farci capire chi ha ragione e chi torto in questo panorama desolante, dove purtroppo i programmi amministrativi sono scomparsi, il sindaco racconta di quanto loro a destra siano onesti e integerrimi padri di famiglia, corretti e per bene, casa e chiesa, “peace and love”, odiatori convinti dell’odio stesso. E via di questo passo. Fino a quando l’odio, che da qualche parte si infila sempre, se lo becca ancora tutto intero Marco Pilotti, il candidato della sinistra, che non appena si azzarda ad appendere un suo manifesto la sera, lo ritrova all’alba sbriciolato a bordo strada. Come è puntualmente accaduto anche ieri.

Mancano quattro giorni alla fine di questa campagna un po’ truce, dove di programmi si è capito ben poco ma dove qualsiasi persona estranea alla contesa capisce subito che il sindaco di Cormano è uno poco adatto al suo ruolo. Per tanti motivi. A cominciare dal dettaglio istituzionale, che dettaglio non è, di aver negato alla propria comunità la Festa della Repubblica. Per poi rinfacciarne la colpa agli avversari. E soprattutto per aver utilizzato con tanta disinvoltura la parola “odio”, che male si addice ad una semplice contesa elettorale. E che male si adatta alla voce di un sindaco, che dovrebbe provare sempre fino in fondo a ricucire le ferite della sua comunità.

Fabrizio Vangelista

Giornalista, scrittore. Direttore de La Città

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