26 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Europa sfida cruciale anche per la cooperazione

Sfide importanti da cui dipende gran parte del futuro delle future generazioni: clima, ambiente, energia, inclusione, diritti, pace e tanto altro. Sfide in cui il Parlamento Europeo diventa un’arena di primo piano.. Un luogo dove si decidono per davvero le sorti dell’Unione e le ricadute sulle singole nazioni, in grado di condizionare nel bene o nel male la vita di tutti i giorni.

Assume così grande rilevanza la tornata elettorale dell’8 e 9 giugno per il rinnovo degli eurodeputati. “Il consiglio che mi sento di dare in questo momento è di andare a votare per dare forza all’Unione, tenendo in seria considerazione la rilevanza che alcune direttive possono avere anche nella vita del movimento cooperativo. Esistono molte diposizioni rimaste in sospeso che attendono di essere ratificate con il nuovo Parlamento”, afferma Attilio Dadda, vicepresidente nazionale e presidente lombardo di Legacoop.

Gli fa eco il presidente di UniAbita Pierpaolo Forello: “In Europa si decide molto di ciò che ricade nella nostra vita quotidiana. E’ importante partecipare al voto con la consapevolezza che da Bruxelles si possono attivare politiche concrete, quelle inclusive fatte di investimenti per riattivare l’ascensore sociale rotto, specie in un paese come l’Italia coi salari bloccati da troppo tempo”. L’enormità della questione sociale dei diritti sempre più compressi e del rischio di perderli progressivamente procede in concomitanza con la crisi climatica e l’urgenza di trovare soluzioni.

“La direttiva green è uno strumento strategico che riguarda da vicino il ruolo della cooperazione –  afferma Dadda, che aggiunge – siamo in una fase in cui finalmente si ragiona concretamente sul come resistiamo ai cambiamenti climatici, su come salvaguardiamo le aree urbanizzate e rilanciamo il concetto di ricucire l’ambiente. C’è un grande spazio per un piano di economia sociale e mi riferisco in particolare al social housing e al ruolo della rigenerazione dei quartieri e della loro vita sociale. Su questo le cooperative possono contribuire e giocare un ruolo determinante”.

Opportunità da guardare con attenzione e un maggiore collegamento con la politica europea, con quei parlamentari che andranno a comporre la nuova architettura dell’Unione. Ma anche attenzione a non ripetere gli errori del recente passato. “Se dovessi parlare agli europarlamentari – ragiona Forello –  parlerei del tema della direttiva green, ricorderei loro che purtroppo l’italia ha fallito sul 110, gestito male e in poco tempo, ha creato ingorghi e fatto lievitare i prezzi, per non parlare delle truffe. Se si vuole fare qualcosa ben venga la normativa green ma accompagnata da percorsi e non fiammate che impazziscono il mercato”. E sono in molti che, nel dibattito sui costi benefici di un Europa sempre più invasiva, ricordano come la sostenibilità ambientale peserà sulle tasche dei cittadini oltre che delle imprese.

“Se l’obiettivo è mettere in campo una resilienza ai cambiamenti climatici – controbatte Attilio Dadda – la partita è evidente che va fatta non scaricando sul singolo cittadino il tema dell’ammodernamento ambientale, ma mettendo in campo interventi pubblici. Una partita che non giocherà né il capitale e nemmeno il mercato”. Clima e crescita sostenibile ma anche inclusione sociale, a partire dalle politiche abitative, tema di grande attualità, purtroppo ancora senza risposte adeguate, soprattutto in Italia. “C’è la necessità che in questo momento sia anche l’’Europa a rispondere al caro affitti.

La cooperazione è uno degli strumenti utili per giocare la partita. Ma servono investimenti pubblici”, spiega Forello. Le idee ci sono, ora la parola passa agli elettori, alla scelta dei candidati che riusciranno a sostenere queste sfide. “Legacoop si rivolge a tutti i candidati a partire da quelli lombardi – spiega il presidente Attilio Dadda -abbiamo preparato un documento di dieci punti che i candidati possono sottoscrivere. Dalle filiere produttive dall’agroalimentare alle costruzioni, dai beni culturali alla qualità del lavoro cooperativo, dalla rigenerazione urbana all’abitare. I temi non mancano per costruire un’Europa più cooperativa. Vedremo se la politica saprà rispondere con senso di responsabilità”.

Redazione "La Città"

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