Adunata leghista per la Sardone. Sul palco sindaco, Salvini e il comico Pucci
Per aprire la sua campagna elettorale in vista delle elezioni europee si è scomodato anche il comico Pucci. Non è una sorpresa visto che era stata proprio lei, questa volta nei panni della consigliera comunale di Milano, a proporre l’attore milanese per l’Ambrogino, poi ottenuto non senza polemiche. Silvia Sardone, in corsa per la rielezione a Bruxelles sotto i vessilli della Lega, ha voluto ieri partire da un comizio a Sesto San Giovanni e oltre alla battute di Pucci e ai saluti di Matteo Salvini, a celebrarla c’era anche il suo ex, il sindaco Roberto Di Stefano, leghista anche lui. Ma non della prima ora.
La coppia politica Sardone-Di Stefano continua a resistere, malgrado la separazione famigliare, e prova a far diventare Sesto una roccaforte salviniana. Quasi un paradosso per quella che fu la Stalingrado d’Italia. Ora invece è laboratorio dei sovranismi, forse i più spinti che si siano mai uditi in Italia. Partiti da militanti di Forza Italia con Silvio nel cuore, i due ex coniugi sestesi si sono accorti, in tempi rapidi, che la barca berlusconiana iniziava a fare acqua e sono saltati sul Carroccio.
Cosa che ha portato loro fortuna, visto che Sardone ricopre addirittura due cariche contemporanee: eurodeputata e consigliera comunale a Milano. E l’ex compagno è uno dei sindaci leghisti più in vista, governando in quella che, fino a pochissimi anni fa, era la città più a sinistra d’Italia, dopo Bologna. E tuttavia la crisi che i sondaggi attribuiscono alla Lega nella prossima tornata elettorale, potrebbe far male anche alla pasionaria anti-islam, che ha puntato tutta la campagna su un messaggio dai toni apocalittici ed estremi.
Vedremo chi avrà ragione. Intanto mentre il comizio iniziale di Sesto sembra aver colpito nel segno, radunando qualche centinaio di sostenitori e curiosi sotto il palco, pare che la città non se la passi così bene. Dopo l’addio degli uffici della Campari, storica presenza sestese, ennesima luce che si spegna in una città attonita e che pare del tutto ferma rispetto alle sfide future, inizia a serpeggiare un certo diffuso malumore nei confronti della giunta di destra, un po’ statica, che stenta a mostrare risultati concreti.