9 Maggio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Polemica sul minuto di silenzio. “Non una parola per le vittime palestinesi”

“Alla richiesta di un minuto di silenzio per vittime della guerra in Israele e Palestina, buona parte del pubblico ha mancato di rispetto restando seduto come se la vita delle persone avesse un valore diverso per la bandiera di appartenenza”. Sono le parole dell’assessore allo Sport, Riccardo Malavolta, che in un post polemizza con alcuni cittadini presenti alla seduta del consiglio comunale di ieri sera a Cinisello Balsamo.

Il tema del contendere è ancora una volta la guerra in Medioriente, su cui non tutti hanno la setssa chiave di lettura. Ma per Malavolta (centrodestra), che se la prende con chi nel pubblico non ha voluto partecipare al momento di silenzio, l’atteggiamento di chi ha protestato rifiutandosi di alzarsi è incomprensibile.

E tuttavia c’è anche un’altra campana, ovvero quella di quei cittadini che non si sono alzati dalla sedia e che oggi rispondono all’assessore. “Carissimo assessore Malavolta, siamo alcune delle cittadine presenti ieri sera in aula. Ha ragione, non è stato un bel consiglio comunale. Non lo è stato perché nello specifico caso che ha sollecitato la sua reazione, in aula si è palesata una netta differenziazione tra vittime di serie A e vittime di serie B: condannando giustamente gli atroci attacchi dei fondamentalisti religiosi di Hamas, ma dimenticando l’altrettanto devastante rappresaglia dello Stato di Israele che ha ucciso, mutilato e ridotto alla fame migliaia di civili (già estenuati da troppi anni di confino in una prigione a cielo aperto)”, scrive l’Associazione Mille&unavoce.

“Non una parola quindi sulla sofferenza di un intero popolo, fatto anch’esso di donne, bambini, anziani e uomini innocenti, se si esclude il timido tentativo del consigliere PD Alberto Galli di richiamare l’attenzione ANCHE sulle vittime palestinesi… tentativo vanificato dalla profusione di lodi su Israele da parte di una maggioranza che forse dovrebbe ripassare anche un pochino di storia. E’ per questo che in molti non ce la siamo sentita di alzarci in piedi”, spiega la nota.

Redazione "La Città"

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