8 Dicembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Il 25 maggio 1922 nasceva Enrico Berlinguer, il politico più amato di sempre

“Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”.

Oggi, centouno anni fa, nasceva a Sassari Enrico Berlinguer, uno dei politici più amati e rispettati da tutti gli schieramenti politici. Antifascista, si iscrive al Partito Comunista nel 1943. Ricostituita nel 1949 la FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana), ne diviene il segretario generale fino al 1956.

Nel 1973 Berlinguer, in tre articoli per la rivista Rinascita, delinea la proposta del compromesso storico come soluzione dinanzi a possibili derive istituzionali di tipo sudamericano. Poche settimane prima, l’11 settembre, si era infatti consumato il golpe in Cile.  

Solleva  la questione morale relativamente alle modalità di gestione del potere da parte dei partiti politici: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero.”

Grande esito ottiene la politica di Berlinguer. Alle elezioni regionali e amministrative del giugno del 1975, dove per la prima volta votano anche i diciottenni (40 milioni gli italiani alle urne per rinnovare i consigli di 6345 città, 86 province e 15 regioni a statuto ordinario), si registra una sostanziale vittoria delle sinistre, in particolare dei comunisti, che ottengono una media nazionale del 33,4%. Nel 1976 il PCI arriva al 34,37% alla Camera e al 33,83% al Senato.

Si potrebbe scrivere un libro sull’attività politica di Enrico Berlinguer: mi limito a ricordare tre immagini iconiche che nessuno può dimenticare.

16 giugno 1983 – Roberto Benigni che prende in braccio Berlinguer sul palco di una manifestazione della FGCI per la pace.

7 giugno 1984 – la forza di Berlinguer mentre cerca di terminare il suo intervento nel comizio a Padova, in vista delle elezioni europee. Palesemente sofferente, perché colpito da ictus, è costretto a fare una pausa mentre è in procinto di pronunciare la frase: “Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda.”

13 giugno 1984 – il fiume di gente al suo funerale e le mani del presidente della Repubblica Sandro Pertini sulla sua bara.

1950, Faggeto Lario (Co), alla scuola del PCI, Berlinguer con le ragazze dell’A.R.I. (Associazione Ragazze Italiane) e Marisa Musu (L.Introini).

Foto dell’articolo: banchetto di cordoglio allestito presso la sede del PCI a Cinisello Balsamo dopo la morte di Berlinguer (G.Ravagnani).

Patrizia Rulli

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