18 Aprile 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Ghilardi-Ghezzi, due campagne elettorali (e stili) agli antipodi

Legittimo è cercare una conferma politica. Forse lo ritiene commendevole anche, Giacomo Ghilardi, noto come soggetto assai attento all’estetica. Meno gradevole è, viceversa, l’immagine che traspare nonostante egli voglia piacere a tutti. Tuttavia dovremmo chiederci perché il sindaco pro tempore agisce in questo modo, quasi a scimmiottare l’antico Berlusconi.

Si potrebbe fare un raffronto su come erano soliti comportarsi i politici che cercavano consensi dopo una legislatura di governo, sciorinando le cose fatte e le opere realizzate. Ancora di più interessante è mettere a confronto le forme con le quali i due maggiori schieramenti contrapposti conducono, a Cinisello Balsamo, la loro campagna elettorale.

Sul primo versante non ci attarderemo ad elencare, se non per titoli, le cose che tutti hanno sotto gli occhi e che più volte il nostro giornale ha denunciato a riguardo della giunta di destra: disorganica gestione dell’esistente patrimonio sociale, inclusivo, culturale e associativo; nonché aumento dell’aggravio fiscale, con annessa scarsa attenzione ai luoghi di presidio assistenziale e medico; inquietanti atteggiamenti punitivi contro gli stranieri e i rom, spacciandoli per migliore sicurezza; sostanziale carenza, nei 5 anni trascorsi, di proprie realizzazioni; abbondanza negli annunci a fumosa concretezza; tendenza a recriminare sul passato lasciando aperte le falle del presente.

Venendo allo stile propagandistico (necessariamente teso ad assicurarsi il consenso) il modo attraverso cui agiscono Ghilardi e Luca Ghezzi, appare completamente diverso. Il rappresentante del centrosinistra è persona che palesemente, nei tratti, nel carattere e per cultura politica, agisce con la parsimonia di chi è cosciente che la carica di sindaco a cui ambisce dovrà dispiegarsi al puro servizio per la collettività e non per la sua specifica e personalissima immagine.

Ecco perché vengono, da Luca Ghezzi e con lui chi lo sostiene, orgogliosamente privilegiati i momenti d’incontro collettivo, il recupero della buona tradizione dei comizi in piazza, i rapporti con le rappresentanze cittadine e non con i “poteri forti” della città. Non tanto per misurare la larghezza delle adesioni ma perché è così che va fatto in una sana competizione democratica. Certamente, anche quelli del centro sinistra utilizzano i social. Oggettivamente, con minore aggressività sloganistica, mostrando ed elencando argomenti e non solo i loro volti.

Ghilardi, non utilizza le stesse modalità. Nonostante campeggino manifesti dove dichiara che lui è “per la Lega” ci pare che cerchi con maggiore determinazione di mettere in rilievo la propria lista personale. Da buon capitano di ventura s’immagina impegnato in una tenzone elettorale quale fosse un’ordalia da cui scaturirà il giudizio divino. Ovviamente per sé medesimo e non per la coalizione che lo sostiene. È convinto, Ghilardi, che la rete di soggettive correlazioni instaurata e coltivata durante il suo mandato si possa tradurre in affinità politica. Ecco quindi, l’abbondanza di santini consegnati porta a porta e in ogni bar, mediante un espediente formale utilizzato dai commessi viaggiatori e non da persona che fino ad oggi ha governato la città.

Come spieghereste, altrimenti, la frenesia che sembra assillare Ghilardi in queste ultime settimane. Tagliare i nastri di ogni singola bottega; la tardiva lastricatura delle strade; il rassettare delle aiuole; il piastrellare le rotonde stradali. Pare sia diventata un’ossessione. Ciò vale anche, in un uragano di selfie, quando si reca dal parrucchiere o presso le mense dei fanciulli delle scuole elementari.

Scusate il gioco di parole ma è pur sempre una questione di buon gusto: anch’io confesso una predilezione per certe pizzerie comunque mai, se fossi un candidato politico, le andrei a visitare per farmi fotografare a 48 ore dalla chiusura della campagna elettorale. Nell’imminenza del vaglio delle urne, mi parrebbe un’inutile taccagneria utilizzare gli spiccioli raschiati dal barile del mio ruolo istituzionale.

Ivano Bison

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