27 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Gli eredi della DC e il simbolo conteso. “A Cinisello presentato senza permesso”

A Cinisello Balsamo campeggiano da qualche giorno alcuni manifesti elettorali con il simbolo della Democrazia Cristiana. Non è uno scherzo perché la DC alle elezioni del prossimo 14-15 maggio c’è per davvero ed è stata presentata regolarmente. 20 candidati, capeggiati dal sestese Antonio Padula, che sosterranno il sindaco uscente Giacomo Ghilardi e che si presentano dietro il vecchio scudo crociato. A quanto pare mai andato in pensione e mai dimenticato.

E assai conteso. Vista la polemica che sta scoppiando in questi giorni sulla presenza di quel simbolo a Cinisello e che potrebbe finire nuovamente in tribunale. Ad obiettare sulla correttezza dell’operazione di Padula e compagni è Paolo Palazzolo, coadiutore della presidente nazionale dell’Associazione 92/93 della Democrazia Cristiana, che è depositaria del simbolo.

“La Democrazia Cristiana non è stata mai sciolta e col simbolo non si scherza”, afferma il signor Palazzolo, giunto in queste ore a Cinisello proprio per cercare di fare chiarezza sulla questione. “C’è una sentenza della Corte di Cassazione del dicembre 2010 che chiarisce una volta per tutte chi può utilizzare il simbolo, ovvero soltanto l’associazione Democrazia Cristiana 1992-93. Punto.”

“E invece accade che Emilio Cugliari, presidente facente funzioni della nostra Associazione e che dovrebbe limitarsi ad organizzare i congressi regionali, fa accordi politici in giro in modo illegittimo e senza aver consultato gli associati, come è accaduto a Cinisello. Ma non è titolato a farlo nel modo più assoluto”, precisa Palazzolo.

.(nella foto Paolo Palazzolo)

Una vicenda, quella del simbolo conteso, che ha una lunga storia fatta di liti, ricorsi, rancori e tanto altro e che ora sbarca anche a Cinisello e finisce per creare qualche grattacapo all’affollata coalizione di centrodestra. “Sono qui per capire meglio la situazione e ho chiesto un incontro in comune. Poi andrò in prefettura per cercare di fermare tutto. Il simbolo della DC non può essere usato senza il permesso di chi lo possiede legittimamente”.

Redazione "La Città"

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