20 Aprile 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Quel gesto di solidarietà mai dimenticato

Vedere quell’uomo e quella donna che si sbracciavano per salutarmi mi ha commosso. Non avrei mai pensato che potessi rivederli, ma ancor meno, non mi sarei mai aspettata che si sarebbero ricordati di me. Ho incrociato solo per pochissimi secondi i loro occhi e mi sorridevano mentre mi salutavano alzando le braccia. Li avevo incontrati circa 10 anni fa, davanti alla Caritas della Parrocchia San Pietro Martire.

Camminavano lenti, lui e sua moglie, spingendo un passeggino che trasportava una bimba che avrà avuto forse 2 anni. Io mi dirigevo verso di loro attraversando la piazzetta Largo Milano per recarmi verso l’asilo adiacente alla Chiesa. Quando incrociando il mio sguardo si sono avvicinati a me, ho subito pensato “ecco ora mi chiederanno soldi”.

Ancora oggi mi vergogno di quel pensiero. Invece, lui, un signore dall’accento straniero, mal vestito, mal curato, con la barba folta, mi ha guardato e poi ha guardato la sua bimba. “ E’ malata puoi aiutarci?” Credevo volessero soldi, invece chiedevano uno sciroppo.

Avevo solo 20 euro in tasca quel giorno, ricordo che li ho rassicurati, gli ho chiesto di aspettare che avessi portato mia figlia all’asilo ma che sarei tornata di lì a poco, promettendogli che avrei fatto qualcosa per loro. Così feci: mi recai alla farmacia del quartiere acquistai uno sciroppo, e degli omogeneizzati. Mi restava poco in tasca, ma ne ero felice. I soldi servono a questo: a farci star bene, non potevo non rispondere a quella richiesta d’aiuto così disarmante.

Rammento ancora con emozione il loro inchinare il capo per ringraziarmi. Parlando col Don della Parrocchia, scoprì nei giorni seguenti che lui sarebbe stato assunto il mese successivo come muratore, professione che svolgeva abitualmente in Iran, suo paese d’origine, e che un paio di volte alla settimana si recava insieme alla moglie alla Caritas, insegnante, e che insieme alla loro bimba erano fuggiti abbandonando tutto da quel regime di oppressione.

Oggi rivedendoli ho avuto un flash back, nell’arco di pochi secondi mi è tornato tutto in mente. Purtroppo non ho potuto fermarmi a chiedere come stavano perché stavo guidando in un punto trafficato della città, ma sono grata che quel giorno ebbi la pazienza di ascoltarli e dovrei essere io a ringraziare loro, mi hanno dato la possibilità di andare oltre alle apparenze, di essere utile ma soprattutto di sentirmi utile.

Stefania Vezzani

Collaboro col giornale dal 2013. La mia indole, allegra e cordiale, mi aiuta ad affrontare la vita con ottimismo.

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