26 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

RdC e lavoro fittizio: scorciatoia populista in alternativa al lavoro vero e giustamente retribuito

A Cinisello Balsamo, quelli della Giunta di destra, si vantano di aver portato a supporto degli operatori ecologici, un numero consistente di percettori del Reddito di Cittadinanza. La presentano come un’operazione di “senso civico”. Ciò va riconosciuto al merito di chi, spontaneamente, vi aderisce ma non di chi lo promuove. Ciò a scanso di fraintendimenti o assimilazioni al modo di come “far fruttare” i soldi della collettività. Cogliamo, qui, un’ambiguità di cui non andare orgogliosi, con la quale il Sindaco, Giacomo Ghilardi, definisce il progetto (coinvolge una trentina di persone che lavoreranno per Nord Milano Ambiente) “… un’occasione di inclusione e di crescita per i beneficiari del sussidio, restituisce dignità e un’opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro…” Perbacco, signor Sindaco! Cosa dice mai? Vuol sostenere che prima quei cittadini erano “indegni” e coloro che non aderiscono ancora di più? A meno che non si voglia apparire inconcludenti, le parole hanno un peso.

Il RdC viene erogato attraverso una prassi assai restrittiva per coloro che ne fanno domanda. E’ a disposizione in misura particolare a tutti coloro con entrate assai scarne, a quanti hanno perso il posto di lavoro o che stanno cercando un primo impiego, partendo da una condizione familiare assai disagiata. Vale a dire per quei cittadini, tenuto conto delle situazioni congiunturali, che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena. Inoltre i requisiti per farne richiesta sono restrittivi e non ammettono deroghe. Tassativamente, il cittadino richiedente ne deve dimostrare l’effettiva necessità.

Se dovessimo considerare come una forma assistenziale il Reddito di Cittadinaza, lo dovremmo paragonare alle misure che via, via sono state assunte dal Governo, specialmente durante la Pandemia. Periodo in cui molte categorie, padronali e anche di proprietari, hanno avuto una loro quota. Si dirà che il RdC è antecedente ma nulla toglie allo spirito con il quale è stato pensato. Il RdC è una forma demagogica per ottenere consensi? Oppure una misura necessaria per fronteggiare la povertà indotta (secolarmente provocata) dal sistema politico, economico e finanziario? Ci sembra molto più populista la ricetta dei lavori, più o meno “forzati”.

Sappiamo quanta manodopera sia necessaria. Aiutiamo le persone a trovare un lavoro, davvero dignitoso poiché pagato attraverso un giusto contratto collettivo. Quante aziende ottengono dilazioni o incentivi per assumere e poi impiegano solamente in precarietà? Quante di queste sono presenti sul nostro territorio? Un’indagine andrebbe fatta, dalla stessa Pubblica Amministrazione.

Bisognerebbe convocare una conferenza con tutti gli operatori (imprese, sindacati, rappresentanti di categorie)e mettere sul tavolo queste problematiche per ricavarne una soluzione. Ciò sarebbe etico. Per davvero. Viceversa c’è chi si trastulla, diffondendo uno stile votato alla gogna. Inducendo a pensare (con malcelata magnanimità) che chi percepisce un sussidio sia, in fondo, un mangiapane a tradimento.

Ivano Bison

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