23 Aprile 2024

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Caso Trezzi, l’accusa deve precisare le imputazioni. Scricchiolano le tesi della procura

Precisare o modificare i capi d’accusa, ritenuti al momento non sufficienti per un rinvio a giudizio dei cinque imputati. E’ questa l’importante novità emersa martedì 25 maggio 2021 nella seconda udienza preliminare del processo che vedrebbe imputati l’ex sindaco Siria Trezzi, il marito Roberto Imberti, gli ex segretari del PD cittadino Franco Marsiglia e Ivano Ruffa e l’imprenditore Paolo Cippelletti.

Una richiesta, quella della giudice del Tribunale di Monza, che svela delle criticità nel teorema accusatorio proposto dalla Procura di Monza, che teorizza una presunta corruzione da parte dell’imprenditore Cipelletti proprio nei confronti di Siria Trezzi per tramite del marito Roberto Imberti.

In particolare l’avvocato Giacomo Lunghini, legale di Roberto Imberti aveva sollevato nei giorni scorsi “una incongruenza temporale dei fatti” che sono stati utilizzati dall’accusa per provare la corruzione ipotizzata tra Cipelletti, proprietario di alcune aree del parco del Parco del Grugnotorto, l’ex sindaco Trezzi e Imberti. “Imberti viene considerato un mediatore tra l’imprenditore e la moglie che era sindaco della città – ha spiegato il legale a Il Giorno -. Ma da quanto emerge dalle stesse intercettazioni dell’accusa, i rapporti di Imberti con Cipelletti risalgono al 2016, in un periodo successivo a quello nel quale l’amministrazione comunale aveva assunto decisioni su questa materia urbanistica, ossia il 2013”.

Secondo l’accusa dunque, la corruzione sarebbe avvenuta tre anni dopo che gli atti relativi alle aree in questione erano già stati istruiti: “La decisione del giudice è di grande importanza, perché ci porterà a dimostrare che non sono stati commessi reati” ha concluso l’avvocato Lunghini.

Un’evoluzione giudiziaria che si inserisce nel più ampio quadro confermato dalla recente sentenza del TAR della Lombardia che, nello scorso mese di dicembre 2020 aveva respinto tutti i ricorsi che pendevano sul PGT in vigore nella nostra città, approvato dalle precedenti amministrazioni di centro sinistra, confermando la totale regolarità degli atti.

La procura di Monza avrà tempo fino al 18 giugno 2021 per riformulare le imputazioni. A seguire, spetterà di nuovo alla giudice valutare se ci saranno elementi concreti per il rinvio a giudizio delle persone coinvolte nell’udienza del 29 giugno prossimo.

Redazione "La Città"

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