27 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Gli scioperi nelle fabbriche sestesi 1943-1944 nel racconto di Giuseppe Valota (Aned)

Appuntamento con la storia giovedì 18 marzo alle 21 sulla piattaforma Skype (Conferenza_55Rosselli). La voce narrante di Giuseppe Valota, presidente dell’Aned di Sesto-Monza racconterà degli scioperi nelle fabbriche sestesi fra il 1943 e il 1944.

I primi anni di guerra portano una crisi economica che ha forti ripercussioni nel settore dei consumi popolari: all’aumento repentino dei prezzi non c’è un conseguente aumento salariale; i beni tesserati dal fascismo per qualità e quantità non raggiungevano il minimo vitale e dovevano essere integrati con acquisti al mercato libero o al mercato nero a prezzi spesso proibitivi.

I lavoratori delle città, che non avevano facili rapporti con le campagne, soffrivano la fame. Da questa situazione, divenuta quanto mai insostenibile, scaturiranno i grandi scioperi del 1943 che paralizzeranno per alcuni giorni tutta l’industria dell’Italia settentrionale, in particolare il cosiddetto “Triangolo industriale”, con scioperi di massa nelle fabbriche di Milano (quindi Sesto),Torino e Genova. A Sesto, come altrove, i moti del marzo del 1943 erano alimentati più da richieste di aumenti salariali, che da rivendicazioni politiche: sebbene fosse già politicamente consapevole, quella prima, estesa, protesta popolare aveva ancora un carattere spontaneo, non politico, né partitico, e le parole d’ordine circolanti erano spesso molteplici e discordanti.

Lo sciopero generale del marzo 1944 invece fu principalmente di natura politica: esso ebbe un carattere antifascista e antitedesco e di opposizione alla guerra. Bloccò gran parte delle attività produttive del Nord Italia per otto giorni. Fu la più grande protesta di massa nell’Europa occupata: attuata senza aiuti dall’esterno, senza armi, ma con grande energia e sacrifici. Lo sciopero era vietato e ad esso seguì una durissima repressione: 211 lavoratori dell’area industriale di Sesto San Giovanni vennero deportati nei lager nazisti.

Giuseppe Valota, figlio di Guido, deportato politico morto a Steyr vicino a Mauthausen, è presidente dell’Aned – Associazione Nazionale Ex Deportati – Sesto San Giovanni-Monza. Ha raccolto testimonianze, interviste, diari dei deportati politici dall’area industriale di Sesto San Giovanni e pubblicati in Streikertransport. La deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945 (2007); oltre alla pubblicazione Dalla fabbrica ai lager. Testimonianza di familiari di deportati politici dall’area industriale di Sesto San Giovanni (2015); è autore con Teresa Garofalo de Il paese dei Giusti. Roncobello 1943-1945: un’intera comunità salva un gruppo di ebrei dalla deportazione (2013). Ha curato con Patrizia Pozzi la pubblicazione di R.A. Haunschmied e J. Prinz, Getta la pietra! Il lager di Mauthausen (2008) e con E. Hölz, B. Aldebert, Il campo di sterminio di Gusen II – Mauthausen: via crucis in 50 stazioni (2013).

Giuseppe Valota, figlio di Guido, deportato politico morto a Steyr vicino a Mauthausen, è presidente dell’Aned – Associazione Nazionale Ex Deportati – Sesto San Giovanni-Monza. Ha raccolto testimonianze, interviste, diari dei deportati politici dall’area industriale di Sesto San Giovanni e pubblicati in Streikertransport. La deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945 (2007); oltre alla pubblicazione Dalla fabbrica ai lager. Testimonianza di familiari di deportati politici dall’area industriale di Sesto San Giovanni (2015); è autore con Teresa Garofalo de Il paese dei Giusti. Roncobello 1943-1945: un’intera comunità salva un gruppo di ebrei dalla deportazione (2013). Ha curato con Patrizia Pozzi la pubblicazione di R.A. Haunschmied e J. Prinz, Getta la pietra! Il lager di Mauthausen (2008) e con E. Hölz, B. Aldebert, Il campo di sterminio di Gusen II – Mauthausen: via crucis in 50 stazioni (2013).

Redazione "La Città"

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