27 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Da domani scuole chiuse, la rabbia degli insegnanti di Cinisello

La Lombardia sarà in zona “arancione rafforzata” da stanotte fino al 14 marzo. Lo ha deciso un’ordinanza della Regione che, da un giorno all’altro e senza preavviso, procede anche alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Una decisione che sta facendo molto discutere insegnanti, genitori e giovani studenti, alle prese con l’ennesimo stop e il ricorso alla didattica a distanza come estrema soluzione per non bloccare le lezioni. C’è anche rabbia nelle parole di alcuni insegnanti di Cinisello che La Città ha interpellato “a caldo”.

“Beh, effettivamente un po’ di rabbia c’è. Abbiamo lavorato tanto in questi mesi per far sì che i ragazzi interiorizzassero le regole di comportamento corretto per la sicurezza di tutti – ci testimonia Caterina, insegnante di lettere di una scuola media di 1° grado – abbiamo creato ambienti sicuri dentro le scuole, siamo stati non attenti, ma attentissimi perché la sicurezza sanitaria dei nostri ragazzi fosse garantita sempre al 100%, mentre fuori è successo tutto quello che i giornali ci fanno quotidianamente vedere, dai luoghi di divertimento ai centri commerciali…tutto è “permesso“…e adesso chiudiamo le scuole! La scuola è socialità, è rispetto delle norme è viverla in un momento storico, con tutte le dovute precauzioni”

“Ovviamente faremo del nostro meglio per garantire, anche attraverso la DAD, tutto ciò di cui i nostri ragazzi hanno bisogno! E alla fine, l’unica consolazione è: speriamo che questo nostro sacrificio, soprattutto dei nostri ragazzi, valga veramente e serva affinché la situazione migliori”.

Anche Mirella, docente di arte in un’istituto tecnico superiore, ci testimonia la sua rassegnazione, aveva sperato che la sospensione della didattica in presenza non si ripetesse: “la delusione ha il sopravvento sull’arrabbiatura… con i casi ancora così alti, non vedo soluzione alternativa… Io e i miei studenti, in ogni caso continueremo a vederci in presenza con i laboratori. Speriamo che non si vada oltre il 14 marzo”.

Più sfiduciata Arabella, insegnante di sostegno, “se siamo ad una nuova chiusura delle scuole evidentemente è necessario. Non contesto che sia inevitabile – continua l’insegnante – ma possibile che in tutti questi mesi, con i vari contributi governativi, non si sia pensato ad una valida alternativa alla DAD, che si sfruttino i nostri parchi, magari con delle tendopoli, oppure i nostri teatri o comunque gli spazi ampi della nostra città? Per quanto riguarda noi insegnanti di sostegno – continua Arabella – al momento non abbiamo ancora una chiara direttiva e non sappiamo ancora come potremo affrontare la didattica con i nostri ragazzi, portatori di disabilità ma, se come sembra, sarà possibile andare a scuola sarebbe un grande successo perché con soggetti fragili il rapporto diretto con l’insegnante è fondamentale.

Per ultimo, incontriamo Monica – insegnante di una scuola d’infanzia – è in parte sollevata perché nel suo istituto ci sono diverse colleghe malate di Covid, non è arrabbiata per la chiusura ma non la ritiene risolutiva. “Di una cosa sono convinta – aggiunge Monica – se le misure precauzionali fossero state prese prima e in modo diverso, forse oggi non saremmo a questo punto.

Stefania Vezzani

Collaboro col giornale dal 2013. La mia indole, allegra e cordiale, mi aiuta ad affrontare la vita con ottimismo.

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