23 Aprile 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

L’incertezza che pesa sul destino dell’ex Peano di Cinisello

L’incertezza sul futuro dell’area dell’ex liceo Peano di Cinisello Balsamo inizia a far discutere la politica cittadina. L’edificio e gli spazi di pertinenza, dismessi da tempo, sono di proprietà della Città Metropolitana e sorgono in un’area destinata a cambiamenti urbanistici, con il futuro arrivo di una fermata della metropolitana 5.

Ma dalle parti del comune per il momento non ci sono posizioni ufficiali sul destino delle aree, dopo che nel 2019, fu presentato uno studio da parte della Città Metropolitana per il riutuilizzo dell’immobile con funzioni residenziali, tra cui uno studentato. Ipotesi che venne in qualche modo criticata dall’assessore all’Urbanistica Enrico Zonca. Ma su cui poi è calato il silenzio.

A riaccendere l’interesse sull’area è il Partito Democratico che in un comunicato chiede che la discussione sul destino dell’ex Peano avvenga il prima possiible nelle aule istituzionali. A preoccupare i dem è la recente approvazione da parte della giunta di centordestra di una delibera che permette, in caso di ristrutturazione di alcuni edifici dismessi, tra cui l’edificio di via Andrea Doria, un aumento del 20% degli attuali volumi e la modifica di destinazione d’uso.

“La convinzione del PD – si legge in una nota – è che l’edificio vada abbattuto completamente per permettere di redistribuire i volumi coerentemente alle nuove funzioni insediate e per realizzare edifici con tecniche e materiali che possano garantire un impatto zero oltre che un minor impatto edilizio. Sotto questo punto di vista, è una fortuna che l’edificio sia di proprietà pubblica perché può essere una ottima occasione per aumentare la dotazione di servizi utili ai cittadini residenti, ad esempio quelli dell’impiantistica sportiva, oltre ad attivare collaborazioni con il privato e il privato sociale sui temi dell’impresa, formazione e innovazione, con una particolare attenzione ai più giovani, ricordando l’interesse dimostrato dalla stessa Assolombarda nell’Agenda Nord Milano 2030. Per far ciò, serve il prima possibile l’attivazione di un laboratorio di partecipazione che coinvolga cittadini, terzo settore, università e imprese nel ripensare quest’area”.

Redazione "La Città"

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