26 Aprile 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Il ricordo di Nives Pupin, per 40 anni amata bibliotecaria di Cinisello

di Rosetta Riboldi

Nives Pupin ci ha lasciato, colpita dal Covid; aveva 81 anni. E’ stata la nostra bibliotecaria per almeno quarant’anni. Ha aiutato intere generazioni di giovani a trovare i libri che gli servivano, li ha sgridati perché facevano “casino”, faceva finta di non vedere quando approfittavano della Biblioteca per sbaciucchiarsi, ma erano i suoi ragazzi e voleva loro molto bene.

Io me la ricordo, la si poteva trovare sia nella sede centrale in Villa Ghirlanda che in quelle decentrate a Campo dei Fiori o in Piazza Italia. Quanto tempo è passato! E’ stata una “istituzione” per la Biblioteca. In tante e tanti la ricordano ancora con affetto e simpatia. Ma Nives è stata anche altro: sempre gentile, sorridente, disponibile, generosa. Forse troppo. Mi ricordo il suo “esserci” quando qualche amica la chiamava. Aveva un gran bisogno di relazioni umane che riempiva di calore. Mi ricordo quando assieme partecipavamo alle manifestazioni, quando andavamo a camminare per i sentieri della Presolana, quando aiutava alle Feste dell’Unità e alle cene del Coordinamento Pace.

Lei c’era. E mi faceva arrabbiare quando sul pullman che ci portava alla Perugia-Assisi, ad Aviano o ad altre manifestazioni, si metteva a dire, seria seria, che era di destra e che non capiva cosa volevano questi “sinistrorsi”. E io ero costretta a spiegare a quelli che non la conoscevano che stava scherzando. Oppure quando, da brava friulana, diceva di voler bere un po’ di grappa, ma in realtà era astemia. Insomma, le piaceva prenderci in giro e ridicolizzare le nostre manie.

Nives amava camminare, in compagnia ma anche da sola. La si poteva vedere in giro per Cinisello, sempre
pronta a salutare i tantissimi che conosceva. Ricorda uno dei nipoti: “Era l’ultima di sei fratelli e fisicamente minutina; era ritenuta fragile dai genitori che le evitavano regolarmente i lavori pesanti, mentre in realtà aveva una forza e una resistenza incredibili.

Questo era uno dei motivi inconsci che la portava a dare tutto per gli altri, senza alcuna distinzione.” Viveva da sola, ma in realtà non era mai sola. A Cinisello c’erano la sorella e due nipoti che l’hanno sempre seguita; e c’erano le sue tante amiche e i suoi amici. Poi però sono intervenuti i problemi di salute, fino al ricovero in una casa di riposo nel suo amato Friuli, dove purtroppo il Covid l’ha raggiunta.

Redazione "La Città"

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