27 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Anselmo Oggioni, deportarto a Mauthausen, nei ricordi del figlio Mario

Continua la proposta delle testimonianze dei parenti dei deportati ai quali quest’anno verrà dedicata una Pietra d’Inciampo. L’ANPI di Cinisello Balsamo ha intervistato Mario, figlio di Anselmo Oggioni. Per Mario Oggioni l’unico ricordo del padre Anselmo, improvvisamente svanito nella notte tra il 27 e il 28 marzo 1944 mentre era al lavoro alla Falck Vittoria, sta tutto in un’immagine che appare in fondo al lungo ballatoio della sua casa in via Cavour e verso la quale lui, bambino di soli due anni, corre in cerca di un abbraccio.

Dopo decenni questa visione evanescente e quasi onirica è però ancora tenace e guida i suoi passi, tanto che afferma: “Ancora oggi sento la sua presenza e mi ritrovo a ripercorrere la via che mi riporta alla nostra vecchia abitazione e a quella lapide, posta nel 1947-48 sul muro della casa di fronte e voluta dagli abitanti delle due corti, che lo ricorda insieme a Valentino Colombo, caduto sul Monte San Martino. E mentre cammino ancora mi interrogo e ricordo la mia infanzia di orfano mandato nel primo dopoguerra, come altri bambini di Cinisello, in collegio a Genova, dove ho trascorso gli anni della scuola elementare, seguito, curato e accudito con affetto. Ma le domande su quel papà scomparso nel nulla volevano una risposta. Attraverso le parole di mia madre Rina ho seguito le sue tracce fino a Bergamo dove lei con il nonno si era recata a trovarlo. A 17 anni ho cercato di sapere di più, ho contattato l’Aned di Sesto San Giovanni, con altri parenti e deportati mi sono recato a Mauthausen e a Gusen, dove mio padre fu immatricolato con il numero 61707 e dove è morto il 12 marzo 1945, a soli trent’anni per, dicono i documenti, “debolezza del miocardio”. Ho cercato di immedesimarmi, ho salito la “scala della morte”, ho visto i forni crematori. Ma le mie domande non hanno avuto risposta: cosa lo ha portato a quella fine, quali fatiche, quali privazioni hanno segnato i suoi ultimi giorni non ho mai potuto saperlo. Nessuno tra chi è tornato dal lager ci ha contattato per parlarci di lui e quello che mi rimane è solo la sua immagine in fondo al ballatoio”.

Una famiglia segnata dall’assenza: anche il fratello più giovane, Ambrogio, non tornò più dalla guerra, fu dichiarato disperso in Russia nel febbraio 1943.
Per approfondire la storia di Anselmo Oggioni:
https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article283

Patrizia Rulli

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