Il Giorno della Memoria, la necessità di ricordare e le Pietre d’Inciampo
Alcuni anni prima della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazione Unite del 2005, con la legge 211/2000 in Italia furono definite finalità e celebrazioni del Giorno della Memoria. Fu stabilita come data simbolo il 27 gennaio, giorno della liberazione nel 1945 del lager di Auschwitz da parte delle truppe dell’Armata Rossa. Dal 2001 nella nostra città viene celebrata la ricorrenza e anche quest’anno prosegue l’impegno dell’ANPI nelle scuole (attraverso l’invio di materiale sulla deportazione e incontri con le classi, anche virtuali) e nella promozione di iniziative volte a ricordare i nostri concittadini deceduti nei campi di concentramento; verranno infatti posate tre Pietre d’Inciampo. Non sono le prime: nel 2018 fu posata una Pietra a Milano, nel quartiere Niguarda, luogo dell’arresto del balsamese Giuseppe Berna; mentre lo scorso anno furono tre le Pietre a ricordo di Attilio Barichella, Aldo Beretta e Riviero “Oliviero” Limonta.
Incontro la vicepresidente dell’ANPI, Gabriella Milanese, per conoscere i dettagli delle iniziative di quest’anno.
Quando è prevista la posa delle Pietre d’Inciampo?
Abbiamo ritenuto, in considerazione delle limitazioni dovute alla pandemia, di spostare la cerimonia al 6 marzo (con il consenso dell’Amministrazione comunale), nella speranza che per tale data sia possibile far partecipare anche i cittadini. La scelta non è casuale, quelli furono i giorni dello sciopero nelle fabbriche dell’area sestese che portarono agli arresti e alla deportazione dei lavoratori.
Infatti, nell’Italia del Nord occupata dai nazisti, dall’1 all’8 marzo ‘44 fu organizzato uno sciopero generale con il sostegno dei partiti del C.L.N. La repressione nazifascista fu durissima e attuata sulla base di elenchi compilati dalle aziende, dove figuravano i lavoratori che avevano aderito allo sciopero. I nostri concittadini deportati furono 53.
Abbiamo analizzato le storie di ognuno e cercato i contatti con i familiari per avere il loro assenso a procedere. Le pietre verranno posate davanti alle abitazioni di tre cinisellesi arrestati e deportati: Giuseppe Galbiati in via Garibaldi 13, Anselmo Oggioni in via Mazzini 2, Giovanni Vergani in via Caduti della Liberazione 7. Costoro morirono nel 1945, nel lager di Gusen.
La vostra Associazione, l’ANED e le passate Amministrazioni comunali hanno sempre avuto ben chiaro quanto fosse importante lo studio della storia e la trasmissione della memoria, soprattutto per i giovani; ma per i familiari mantenere viva la memoria dei propri cari assume un significato ancora più pregnante.
Per la maggior parte di noi le vicende della seconda guerra mondiale, i combattimenti, le bombe, le deportazioni, la Resistenza, costituiscono un capitolo tragico della nostra storia nazionale, che trova la sua testimonianza nelle lapidi, nei monumenti, nei libri di storia, nelle memorie dei sopravvissuti. Per i familiari di chi allora la vita la perse, quegli eventi sono un’eredità che segna il presente e chiede, anzi impone, di essere trasmessa attraverso il costante richiamo della memoria. Una memoria difficile e dolorosa, soprattutto se rivolta a chi era scomparso in un lager. E tuttavia sempre presente.
Quest’anno l’ANPI ha voluto raccogliere le testimonianze dei parenti dei tre deportati per i quali verrà posata la Pietra d’Inciampo. La loro deportazione ha rappresentato per le famiglie, persino per quelli che per età non li hanno conosciuti, una grande sofferenza, un vuoto incolmabile, ma nel contempo ha suscitato anche una forte determinazione nel volersi impegnare nella trasmissione della memoria di ciò che è stato, che ha coinvolto nazioni, città, quartieri, fabbriche, e che è passato come un fiume in piena, doloroso, incomprensibile, lacerante, anche nelle loro vite. Conosco bene questo legame che unisce i deportati e i loro familiari e che spinge gli uni e gli altri a tornare nei luoghi dell’orrore, a ricordare, a commemorare, perché anch’io ho avuto uno zio deportato, fortunatamente sopravvissuto, arrestato per aver collaborato con i partigiani. Per tutta la sua vita non ha fatto mai mancare la sua presenza ai pellegrinaggi, alle celebrazioni per ricordare i suoi compagni di lager meno fortunati e soprattutto ha sempre voluto raccontare ai giovani, e anche a noi nipoti, quell’orribile esperienza, vissuta per aver scelto di stare dalla parte di chi voleva liberare il Paese dai nazifascisti.
Questa mia storia familiare mi ha reso più sensibile, influendo sicuramente sul mio lavoro di ricerca e raccolta di documenti e testimonianze dei deportati della nostra città. Fondamentali, inoltre, sono stati per me gli incontri organizzati da Giovanna Massariello dell’ANED di Milano, i libri e le lezioni sulla raccolta delle fonti orali di Giovanni Contini Bonacossi, direttore dell’Archivio Audiovisivo della Toscana, l’incontro con Antonella Restelli, una regista bolognese di grande sensibilità e soprattutto l’incontro con Giuseppe Valota. Dobbiamo a Valota, presidente dell’ANED di Sesto San Giovanni e figlio di un deportato, la preziosa ricostruzione della storia della deportazione nell’area industriale di Sesto San Giovanni. Grazie alla sua disponibilità, ai documenti da lui raccolti, abbiamo potuto dare un volto e una storia ai nostri 53 deportati.
Da domani, fino al 27 gennaio, Giorno della Memoria, potrete leggere su “La Città” le testimonianze preziose ed emotivamente coinvolgenti di Mario, figlio di Anselmo Oggioni, Vittoria, figlia di Giuseppe Galbiati e Alessandra, nipote di Giovanni Vergani.
Oltre alla posa delle Pietre d’Inciampo, l’ANPI di Cinisello Balsamo propone un denso calendario di eventi. In considerazione della pandemia e delle conseguenti limitazioni della mobilità, le iniziative saranno online. Organizzazione di tre conferenze; la prima si è svolta il 21 gennaio sulla vicenda della 55^Brigata Garibaldi “Fratelli Rosselli”; le prossime si terranno giovedì 25 febbraio – “Le Foibe” e giovedì 25 marzo – “La Brigata “Carlo Pisacane” – entrambe alle ore 21.
Intervento all’incontro “Omocausto, omosessualità e nazifascismo” organizzato da Gaymin Out – LGBT Nord Milano – giovedì 28 gennaio – ore 21.
Adesione alla rappresentazione teatrale “Il campo delle donne ‘inutili’” promossa dall’Officina Teatrale di Mille&UnaVoce – martedì 26 gennaio – ore 21.
La cerimonia commemorativa al Monumento “Al Deportato”, all’interno del Parco Nord, che avrà luogo il giorno 27 gennaio alle ore 11, potrà svolgersi unicamente in forma ristretta e statica in modo da non creare assembramenti, e senza pubblico.
Per conoscere i dettagli delle singole iniziative è possibile collegarsi alla pagina Facebook di ANPI Cinisello Balsamo (https://www.facebook.com/anpicinisello).
Un commento
Iniziative molto coinvolgenti!