19 Aprile 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

L’impatto del Covid sulla scuola, l’insegnante: “Problemi sì, ma si resiste”

Il ciclo scolastico ha subito, nei mesi scorsi, una brusca interruzione.
Sta cercando, con prudenza, di ricominciare. La situazione impone sacrifici e restrizioni, per tutti, ma c’è chi è in prima linea e possiede un’esperienza importante, da condividere. Ne parliamo con una docente della Scuola Primaria.
Relativamente al rientro a scuola, quali sono state le sue emozioni, ha mai avuto timore?
«Onestamente sì, ero preoccupata. Al primo giorno di scuola, mancavano ancora tanti insegnanti e anche personale Ata, e nessuno sapeva quando sarebbero arrivati; quindi c’erano poche persone a decidere e organizzare le misure di sicurezza da attuare. Da una parte c’era tanta voglia di normalità, dall’altra bisognava (bisogna) abituarsi a una nuova routine, fatta di burocrazia e molte restrizioni che intristiscono. Dover limitare il contatto fisico con e tra i bambini è doloroso. Spero di non abituarmici mai».
Come ha trovato i suoi studenti e i nuovi arrivati?
«Fortunatamente con tanta voglia di scuola! I nuovi arrivati hanno accolto forse più facilmente le regole, probabilmente perché per loro è tutto nuovo. Molti alunni comunque hanno purtroppo visto da vicino il Covid e quindi non sono stati così sorpresi dalle nuove regole».
Ha difficoltà a far rispettare le nuove regole ai suoi studenti?
«Un po’ sì. Ma è la natura dei bambini: sanno perfettamente che “ci si alza dal banco solo con la mascherina”, però spesso se lo dimenticano, o spesso troppo presi dalla foga di mostrare il loro lavoro all’insegnante o perché devono correre in bagno… Il problema è che anche i genitori spesso non rispettano le regole».
Come riesce a conciliare il suo metodo con le normative introdotte per la sicurezza sanitaria; ha a disposizione spazi congrui o ha dovuto rinunciare a qualcosa?
«Riguardo alla didattica, l’unica rinuncia un po’ pesante è non poter lavorare a piccoli gruppi, per il resto non è cambiato così tanto il modo di far lezione. Il problema è che mancano tanti insegnanti di sostegno e le classi sono formate da una media di 25 alunni ciascuna, perciò è difficile riuscire a differenziare le lezioni in modo da includere tutti».
C’è qualcosa da evidenziare e aiuti il lettore a percepire la situazione che vive un insegnante?
«Sento tantissime persone che dicono “la scuola è fondamentale, non possiamo permettere di crescere delle generazioni di ignoranti!”. Verissimo, ma purtroppo quest’anno, alla scuola primaria, è arrivata una marea di insegnanti alle prime armi. Questo comporta un grosso dispendio di energie per poterli formare (perché ben poche persone riescono a gestire una classe senza adeguata preparazione, soprattutto quest’anno) e che di certo non garantisce la qualità di insegnamento che ogni genitore auspica per i propri figli».

Carla Tanzi

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