6 Maggio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Il saluto a Ettore Moro: grande cuore d’artista

Aveva compiuto 93 anni ad aprile, Ettore Moro, in piena pandemia, nell’impossibilità di festeggiare con i tanti amici e parenti che lo hanno conosciuto ed amato, come uomo e come artista. Persona discreta, riflessiva, non si era rassegnato all’inattività come invece ci si sarebbe aspettato considerata la sua età. Al contrario, in questi mesi aveva dato sfogo alla sua creatività, accantonando la pittura e approfittando della pace della sua casa, nel caseggiato di Via Carlo Villa 6, dove viveva da oltre 50 anni, per preparare con enorme pazienza diverse costruzioni Lego. La medesima casa dove a fargli compagnia c’era sua moglie Vilma, fedele compagna di vita. “Non lo abbiamo mai sentito lamentarsi di nulla – ci raccontano le sue figlie Maurizia e Monica – lui e la mamma erano una cosa sola”. Ettore Moro, nacque a Treviglio e fu portato a Cinisello dopo pochi mesi dalla sua nascita. Negli anni ’70, insieme a Giovanni Morzenti, Daniele Colombo e Giovanna De Lasio, formò il gruppo ‘I quattro di Cinisello’. Un’unione di grandi artisti di fama europea, durata dieci anni, durante i quali, furono moltissime le mostre esposte in Italia e all’estero. Ettore non ha mai frequentato accademie, la sua scuola era stata lavorare con altri pittori, osservare e visitare mostre. Inizialmente la sua arte era prevalentemente figurativa, poi scelse l’astrattismo. Lo si evince ammirando i suoi dipinti, le sue sculture, che oggi si trovano nel salone di caseggiato, dove nei pomeriggi, era solito fermarsi a giocare a carte con gli altri soci. “Aveva smesso di dipingere da circa un anno e mezzo – ricordano le figlie – ma nel suo studio, tutto è rimasto intatto. Papà voleva lasciare un ricordo di sé, desiderava che le sue opere fossero un patrimonio di tutti e aveva espresso il desiderio di donare tutto alla cooperativa”. Lo conferma Pier Paolo Forello, Presidente di Uniabita: “Non adesso perché la situazione attuale non ce lo consente, ma non appena sarà possibile, Uniabita ha intenzione di trasformare l’atelier di Ettore in un museo, che non sia solo da visitare, ma che diventi un luogo di riferimento per fare corsi d’arte, laboratori interattivi”. Ettore era un socio storico della cooperativa di cui incarnava tutti i valori di condivisione. La redazione de La Città si unisce al dolore della famiglia per la perdita di Ettore Moro, non solo un grande artista, ma anche e soprattutto un grande uomo.

Stefania Vezzani

Collaboro col giornale dal 2013. La mia indole, allegra e cordiale, mi aiuta ad affrontare la vita con ottimismo.

Articolo precedente

Stop anche per il cinema PAX “Realtà vivace che va sostenuta”

Articolo successivo

La Protezione Civile sanifica le scuole

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *