27 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Alessandro De Berti, la musica incontra la pittura

L’interazione fra suoni e colori è stata spesso materia di ispirazione per grandi personalità nella storia della musica e dell’arte. Paul McCartney, uno dei leggendari Beatles, autore di numerosissimi brani resi celeberrimi dalla mitica band inglese, dà spazio alla propria creatività pure attraverso i suoi dipinti e le sue sperimentazioni grafiche. E di esempi ce ne sarebbe ancora moltissimi. Anche a Cinisello Balsamo c’è un artista che alterna le sue melodie e l’insegnamento presso la locale Civica Scuola di Musica alle esposizioni delle sue opere pittoriche. Alessandro De Berti, classe 1973, è un chitarrista, arrangiatore e produttore che ha firmato composizioni e collaborato con artisti come Giorgia, Luciano D’Abbruzzo, Harold Bradley e Livia Ferri. Una passione quella per la musica nata in giovane età, diventata poi la sua professione e con cui ha ottenuto grandi soddisfazioni e riconoscimenti, primo fra tutti il Premio De André nel 2016. Ma con il passare del tempo un’altra disciplina artistica gli ha permesso di esprimersi in una forma del tutto personale. Alessandro, profondo ammiratore delle opere di Pablo Picasso, Jackson Pollock e Jean-Michel Basquiat, ha elaborato un proprio stile in cui la musica è fonte ispiratrice delle forme e dei colori che fissa sulla tela. Un linguaggio pittorico che per certi versi lo avvicina all’esperienza di Vasilij Kandinskij, precursore e padre dell’astrattismo, secondo cui le tonalità cromatiche emettevano un richiamo musicale. Raccontare le proprie opere attraverso un commento sonoro è la formula che De Berti predilige per divulgare i suoi lavori. Con questa modalità recentemente ha presentato presso la galleria Prom a Varsavia una serie di sue opere. Con un concerto-vernissage ha narrato e descritto attraverso la musica un percorso immaginifico che l’ha condotto nella capitale polacca in veste di fotografo tra l’agosto e l’ottobre del 1944. Gli orrori e le privazioni della Seconda Guerra Mondiale sono stati catturati in una serie di visioni con cui ha rappresentato sulla tela i volti, le emozioni, le paure e il coraggio della resistenza della popolazione locale contro il regime nazista. Uno dei capitoli più oscuri della storia dell’umanità è stato così descritto a partire da un’innovativa chiave di lettura. Nei quadri di De Berti lo sguardo dell’osservatore è condotto in profondità fino a perdersi nel complesso gioco di specchi creato dai colori e dalle linee, un intricato sistema simbolico la cui carica emotiva trova pieno compimento nella musica che supporta la visione. Un’esperienza sinestetica davvero coinvolgente che rende unico il linguaggio espressivo di questo poliedrico artista.

Emanuele Lavizzari

Dopo un titolo accademico in Lingue e Letterature Straniere ha lavorato in ambito turistico-alberghiero tra Spagna, Italia e Germania. In seguito a un master universitario in ideazione e produzione audiovisiva approda al giornalismo. Ha collaborato con alcune testate locali in Lombardia, prima di giungere all’Associazione Italiana Sommelier Editore, dove attualmente è responsabile del coordinamento redazionale e direttore editoriale della rivista “Vitae”. Ama l’impressionismo musicale, la poesia simbolista e le contaminazioni fra generi nella musica e nella letteratura. Passa agevolmente da una tastiera di pc a quella di un pianoforte, anche se tra i due preferisce decisamente il secondo. Questo è il motivo per cui si è dedicato a ulteriori studi e ha conseguito una laurea magistrale in Scienze della Musica con una tesi sul compositore spagnolo Manuel de Falla. Suoi grandi interessi sono anche l’atletica leggera e la televisione. Ha corso tanti chilometri in pista, su strada e su percorsi campestri e non si è ancora stancato di farlo.

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