27 Luglio 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

A rischio anche la cultura, serve subito una strategia

Convintamente sottoscriviamo l’approccio: prima di tutto la salute!
Con altrettanta vigoria segnaliamo quanto siano necessarie le misure che sono state emanate. Se volessimo polemizzare con chi vi si accanisce contro dovremmo elencare una svariata umanità. Dai buontemponi del “non va mai bene nulla”; ai maliziosi, finti non-negazionisti i quali invece negano tutto e un minuto dopo, il contrario di tutto; fino ai sottili polemisti a cui interessa “la libertà innanzitutto”.
Il nostro bel Paese è afflitto da uno spinto corporativismo: categorie, associazioni, singoli soggetti. Tutti colti da repentini sbalzi d’umore e poi pronti alla prono-scalata, nell’elogio ai medici e agli infermieri, qualora ravvisassero sul loro corpo (speriamo che mai accada) qualche sintomo prodotto dal virus. Noi stessi, solo qualche settimana fa, chiedevamo “Fateci tornare sul palcoscenico” sperando che i livelli di pericolo non aumentassero. Probabilmente per ingenuità. Più coerentemente, viceversa, con il nostro spirito d’intraprendenza. Per non volersi adagiare sul fondo della buca in attesa degli eventi.
Sono tempi assai difficili. Specialmente se si riferiamo alla socialità e ai momenti di svago fortemente condizionati dalle misure decretate dal Governo. Misure che non lasciano molto spazio all’immaginazione. Se, a quest’ultima volessimo attribuire una interpretazione a livello superiore potremmo finire sotto accusa per il reato di astrazione. Forse, con una certa dose di presunzione non crediamo di trovarci così lontani dalla realtà. L’attacco del Covid verrà contenuto e finirà con l’essere sconfitto e superato.
Pensare quindi, fin d’ora, a muoverci nello spazio del lockdown per programmare (ipotizzare) una sequenza di appuntamenti culturali (musica, teatro, libri, pittura, poesia) vi sembra così tanto velleitario? Quando il cielo sarà sgombro potremmo trovarci nella imbarazzante condizione di chi non sa cosa fare.
Così come l’arte è frutto delle folgoranti intuizioni del genio e dell’ingegno, la sua divulgazione va programmata, proprio per renderla fruibile ai più. Perché per suonare servono i musicisti, per recitare sono necessari gli attori e così via.
Nell’attesa che passi la buriana, rifiutiamo di pensare (per fare un esempio) che negli assessorati alla cultura dei comuni si limitino a far la punta alle matite come un Mr.Jones qualsiasi. Al contrario, proprio per non venire costretti a soluzioni da strapaese dovrebbero, fin d’ora, avere un quadro chiaro su come muoversi un minuto dopo. Non mancano le risorse. Quelle artistiche e quelle sociali si devono incontrare sul terreno della programmazione.
E anche questo un modo per non atrofizzare le nostre menti e i nostri corpi. Per non ridurci al misero ululare alla luna, tutti contro tutti.

Ivano Bison

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